Il Governo Italiano ha spiato giornalisti e attivisti con uno spyware israeliano
Spyware e Segreti: Il Caso Paragon tra Sorveglianza e Ombre Governative. La competizione tra Cina e Stati Uniti sull'AI, l'abbraccio tra Trump e la Silicon Valley: l'innovazione è sempre più politica.
Non sono solito a trattare elementi relativi alla politica italiana ma negli ultimi giorni sono emerse rivelazioni inquietanti sullo spyware Graphite, sviluppato dalla società israeliana Paragon Solutions, utilizzato per monitorare dispositivi WhatsApp in Italia. Questa vicenda va ben oltre una semplice questione di sicurezza informatica: si intrecciano aspetti di trasparenza, potere e diritti fondamentali. Ma chi sono esattamente le vittime di questi attacchi e perché sono state scelte come bersaglio?
1. Il Meccanismo dell’Attacco
Gli attacchi sono stati condotti mediante l’invio di file PDF malevoli in chat di gruppo su WhatsApp, sfruttando vulnerabilità “zero day” (difetti sconosciuti agli sviluppatori). In pratica, il malware si installa senza alcuna interazione da parte dell’utente, permettendo a chi lo controlla di avere accesso totale al dispositivo. È interessante chiedersi: come è possibile che strumenti concepiti per contrastare il crimine possano essere utilizzati per scopi ben diversi?
2. La Decisione di Paragon e la Sospensione del Contratto
A fronte delle crescenti denunce e della pressione mediatica, Paragon Solutions ha deciso di interrompere il rapporto con l’Italia. L’azienda sostiene che il governo abbia violato le clausole etiche previste dal contratto, in quanto lo spyware, originariamente venduto per combattere il terrorismo e la criminalità, è stato impiegato per sorvegliare non solo criminali, ma anche giornalisti e attivisti. Questa mossa, riportata da fonti internazionali come il Guardian e Wired Italia, ci spinge a domandarci: quali autorizzazioni reali ci sarebbero dietro a simili operazioni?
3. Gli Spiati: Identikit di Chi è Stato Preso di Mira
Francesco Cancellato:
Direttore di Fanpage, noto per le sue inchieste che hanno smascherato legami inquietanti tra gruppi estremisti e dinamiche politiche interne. Il suo lavoro, che non teme di sfidare il potere, lo ha reso un bersaglio particolarmente sensibile.Luca Casarini: Capomissione e co-fondatore dell'ONG Mediterranea Saving Humans, attiva nel soccorso dei migranti nel Mediterraneo.
Beppe Caccia: Armatore della nave di Mediterranea Saving Humans.
Un rifugiato sudanese: Collaboratore di Mediterranea Saving Humans, il cui nome non è stato reso pubblico.
Husam El Gomati: Attivista libico residente in Svezia, critico nei confronti delle relazioni tra Italia e Libia.
Per quanto riguarda gli altri due individui coinvolti, al momento non sono disponibili informazioni dettagliate sui loro nomi o sulle loro affiliazioni. Le autorità competenti stanno conducendo indagini per chiarire l'entità e le responsabilità di queste operazioni di sorveglianza.
Altri giornalisti a livello internazionale:
Sebbene in Italia siano stati confermati sette casi, WhatsApp ha notificato circa 90 utenti nel mondo, molti dei quali impegnati nel giornalismo investigativo e nella denuncia di abusi.
4. Perché Questi Bersagli?
La tecnologia “zero click” consente al malware di infiltrarsi nei dispositivi senza che l’utente possa rendersene conto, rendendo gli attori del dissenso facili bersagli. È lecito chiedersi: in che misura la tecnologia, pensata per proteggere la sicurezza, possa invece essere strumentalizzata per limitare la libertà di espressione?
In un clima di tensioni politiche, soprattutto riguardo alle politiche migratorie e ai rapporti con paesi esteri, sorvegliare le comunicazioni dei critici offre un vantaggio strategico. Raccogliere informazioni su chi denuncia abusi può essere usato per indebolire il dissenso e controllare le narrazioni pubbliche. La vicenda non può richiamare l’oscurità nei passaggi che hanno permesso al governo di liberare e rimpatriare un criminale internazionale come il torturatore delle carceri libiche, il generale Almasri.
5. Implicazioni Etiche e Democratiche
L’utilizzo di spyware militare in ambito civile solleva domande cruciali:
Violazione della Libertà di Stampa:
Se giornalisti e attivisti vengono spiati, si crea un pericoloso precedente per la democrazia, dove il controllo dell’informazione diventa strumento di repressione.Retroscena Oscuri e Interessi Nascosti:
Chi ordina realmente queste operazioni? In assenza di chiarimenti, è lecito sospettare che interessi politici o strategici possano spingere all’uso di tecnologie così invasive. Le richieste di trasparenza sollevate da deputati e dall’Ordine dei Giornalisti evidenziano la necessità di un’indagine approfondita.
6. Riferimenti e Fonti per Approfondimenti
Per chi desidera saperne di più, ecco alcuni link utili:
The Guardian: Report sullo spyware Paragon e sulla sospensione del contratto con l’Italia. theguardian.com
Reuters: Dettagli tecnici e conferma delle notifiche a Luca Casarini. reuters.com
HuffPost: Analisi critica della campagna di ciberespionaggio. huffingtonpost.es
Wired Italia: Approfondimenti sul contratto tra il governo italiano e Paragon Solutions. wired.it
Il Post: Guida rapida su come funziona Graphite e le modalità di attacco. ilpost.it
Avvenire: Prospettive politiche e sociali sul caso. avvenire.it
LA7: Video e interviste con esperti sul tema. la7.it
Il Sole 24 Ore: Aggiornamenti sulle indagini e sul ruolo delle agenzie di intelligence. ilsole24ore.com
Il caso Paragon ci costringe a riflettere: se da un lato la tecnologia può essere uno strumento essenziale per la sicurezza, dall’altro il suo uso improprio rischia di compromettere diritti fondamentali come la libertà di stampa e il diritto alla privacy.
Chi, in un sistema democratico, dovrebbe controllare l’uso di tecnologie così invasive?
In che modo possiamo garantire che strumenti destinati alla “cyberdifesa” non diventino armi contro chi denuncia abusi?
Quali sono i limiti etici che non dovrebbero mai essere superati, neanche in nome della sicurezza nazionale?
È indispensabile che il dibattito pubblico e parlamentare vada oltre le smentite ufficiali, interrogandosi seriamente su chi ordina e controlla queste operazioni, ecco perché ho deciso di dare spazio a questa vicenda nella mia newsletter. Solo così potremo ristabilire un equilibrio tra sicurezza e rispetto dei diritti fondamentali, senza compromettere la trasparenza e la fiducia nelle istituzioni.
Prosegue la competizione tra Cina e USA sull’AI e nel frattempo l’innovazione è sempre più al servizio della politica.
Nella scorsa newsletter abbiamo approfondito il fenomeno di DeepSeek, la startup cinese che ha rapidamente guadagnato attenzione nel panorama dell'intelligenza artificiale. Oggi, proseguiamo l'analisi esaminando le recenti evoluzioni nel settore dell'AI in Cina e le contromosse delle aziende americane.
Le Novità dalla Cina per il settore
Oltre a DeepSeek, altre realtà cinesi stanno emergendo con forza:
Alibaba ha recentemente aggiornato la sua intelligenza artificiale Qwen 2.5 con il modello Max, disponibile gratuitamente online. Questo modello si distingue per la capacità di affrontare argomenti tradizionalmente considerati sensibili in Cina, come le proteste di Tiananmen o la situazione degli Uiguri, senza le consuete censure. Ne ho parlato qui.
Il team di DeepSeek ha lavorato anche a un altro modello oltre a r1 come Janus Pro 7B qui il link al mio post Linkedin.
OmniHuman dimostra la maestria della Cina nel creare modelli di AI specifici per il comparto video, basta infatti un’immagine di riferimento e un file audio per creare un video deepfake d’alta qualità ne ho parlato sul mio Linkedin.
Le novità dall’America per il settore
Di fronte a queste sfide, le aziende statunitensi stanno adottando diverse strategie:
OpenAI nelle ultime due settimane ha copiato l’interfaccia e le funzionalità di DeepSeek e reso la funzionalità di Deep Search e il modello o3 disponibile a tutti.
Inoltre sta considerando di cambiare strategia sui modelli open source. Qui parlo di o3, mentre qui invece parlo di Deep Search
Google e Microsoft stanno investendo massicciamente in ricerca e sviluppo, tuttavia entrambe stanno andando in sofferenza a livello di infrastruttura Cloud, sempre più fagocitata dalla fame di computing dell’AI, ne potrebbe beneficiare ancora Amazon con AWS.
Google ha abbandonato il suo motto “Don’t Be Evil” e ora ha tolto dalla policy etica del sito l’esclusione dell’utilizzo delle sue tecnologie per armamenti, è un po’ il segnale di come quella cultura libertaria e progressista che ha segnato la nascita di Internet sia definitivamente tramontata.
Tutte le maggiori aziende americane stanno abbandonando le politiche di inclusione e diversity ed i relativi dipartimenti sull’onda della vittoria di Trump. Tuttavia gli uffici DEI si occupavano di molte altre cose che rendevano i posti di lavoro migliori per tutti:
Policy di bilanciamento vita e lavoro e smart working
Permessi parentali per i padri
Accessibilità per i disabili
Equità salariale
Ferie per feste religiose
Spazi riservati per allattamento
Accessibilità a livello multilinguistico
L’abbraccio mortale tra Silicon Valley e Casa Bianca
La recente convergenza tra le Big Tech statunitensi e l'amministrazione Trump solleva preoccupazioni riguardo alla possibile formazione di una tecno-oligarchia, in cui il potere economico e politico si concentra nelle mani di pochi attori tecnologici. Questo fenomeno potrebbe minacciare i principi democratici e la concorrenza leale.
Questa alleanza potrebbe portare a una riduzione delle pressioni antitrust sulle Big Tech, poiché l'amministrazione potrebbe considerarle partner strategici nella competizione tecnologica globale, in particolare contro la Cina.
L’Europa sta pensando a misure per colpire il settore tecnologico americano in caso di dazi, tuttavia, emergono preoccupazioni riguardo all'influenza politica che queste aziende potrebbero esercitare e al potenziale impatto sulla concorrenza e sull'innovazione. L’iniziativa di Elon Musk volta creare una corrente MEGA in Europa appoggiando le estreme destre in tutti i paesi mira a distruggere e depotenziare l’UE dall’interno.
Infine come dimostrato dalla vicenda di apertura di questa newsletter, la stretta collaborazione tra governo e settore tecnologico solleva interrogativi sulla privacy degli utenti e sulla gestione dei dati personali.
Che fine farà l’innovazione digitale ed in particolar modo l’AI?
Sarà completamente asservita a governi e ideologie o resterà libera?
Link Interessanti
Fonti e Approfondimenti:
La lista di idee per Startup su cui lavorare da Y Combinator
Davvero la Cina sta vincendo la corsa all'intelligenza artificiale?
Meme
Al prossimo numero, nel frattempo scopri cosa puoi fare:
Ci sentiamo presto la newsletter ha cadenza settimanale, nel frattempo puoi: